Close
Type at least 1 character to search
Back to top

Studi sul corpo musicale – Corpo adolescenza musica/movimento trasmissioni

Questa volta voglio trovarmi a tu per tu con adolescenti; giovani danzatori e performer, ma forse qualche volta anche adolescenti e basta. Il focus è affondare nell’esperienza degli aspetti musicali del movimento fino all’indagine sulle possibili relazioni tra musica e danza e le drammaturgie che ne derivano. Voglio trasmettere i miei strumenti del percepire e del fare a giovani corpi e vedere cosa ne scaturisce. Aperta all’insondabile. Senza pre-figurazioni. Voglio condurli nell’esperienza del movimento e del suono in quanto binomio inscindibile laddove il primo richiama e contiene sempre il secondo e viceversa; visibile inudibile l’uno, udibile invisibile l’altro. Intendo creare le condizioni per un cammino di conoscenza e ricerca su tale relazione e stimolare un dialogo creativo, con loro e tra loro. Vorrei che assaporassero la poesia del movimento percepito come musica che s’incorpora e si offre alla visione. Vorrei che imparassero a parlare con quelle parole, che si appropriassero di quella lingua per dire ciò che vogliono come vogliono. Lasciare la parola al corpo e alla sua logica.

Voglio trasmettere loro strumenti per giocare consapevolmente e liberamente con il proprio e l’altrui corpo musicale, mettere a loro disposizione il mio sapere perché dispieghino tutta la vitalità, la fragilità e la fantasia del loro essere, in bilico tra infanzia e ciò che diventeranno.

=======

In concreto vorrei realizzare una serie di laboratori di ricerca diffusi sul territorio nazionale con diversi gruppi di adolescenti, prevalentemente già in possesso di conoscenze nell’ambito della danza o di altre pratiche corporee, ma, più avanti, vorrei anche dedicare una o due esperienze ad adolescenti non danzatori.

Punto di partenza è un lavoro di trasmissione di pratiche, conoscenza, strumenti per declinare consapevolmente la relazione musica/danza; il suo sviluppo è la ricerca che nascerà nell’incontro con i giovani corpi, nel dialogo dinamico tra la storia che porto scritta sul mio corpo e la freschezza dei loro esseri, figli del nuovo millennio.

Intendo anche stimolare in loro lo sviluppo di una cultura musicale ampia, sollecitare la curiosità per diversi generi di musica avendo gli strumenti per addentrarsi e comprendere.

In tal senso, nella fase di trasmissione e ricerca, vorrei utilizzare come strumento di lavoro parte delle Goldberg variations, opera che ho studiato a fondo per la mia recente produzione Duo Goldberg, e poi spaziare tra mondi, epoche, generi musicali e pensieri compositivi diversi.

Tale percorso culminerà nella realizzazione di uno spettacolo, o comunque di un evento performativo del quale oggi non voglio prefigurare nulla, solo che potrebbe avvenire verso la fine del 2021. In itinere vorrei tuttavia prevedere dei momenti di pubblica condivisone dei lavori in corso.

Mi piacerebbe affiancare al percorso di lavoro in sala una parallela attività di documentazione audiovisiva da affidare a un/a giovane videomaker, materiale che userei per riflettere ed elaborare le ricerche in corso ma anche per permettere la realizzazione eventuale di un filmato sul processo di lavoro. Altro processo creativo e di ricerca che scorre insieme e indipendente dal nostro.

Vorrei inoltre avvalermi della collaborazione di altri artisti in alcune fasi del percorso: Antonella Talamonti (musicista e didatta) come assistente per la parte musicale; Ilenia Romano e Donatella Morrone (danzatrici nella mia compagnia) come ospiti e assistenti attive e danzanti, ovvero medium tra me e i giovani danzatori nella trasmissione da corpo a corpo; probabilmente dei musicisti e degli studiosi di altri campi che vorrei/potrei incontrare in itinere, penso in particolare a antropologia, musicologia, forse psicologia/psichiatria dell’età evolutiva.

Quando i tempi saranno maturi per la definizione del progetto di spettacolo definirò anche il quadro delle collaborazioni artistiche e del gruppo di interpreti. Al momento lascio aperte diverse possibilità: un gruppo selezionato di adolescenti fisso, o radunato di volta in volta, o un misto delle due ipotesi; da soli, o con me, o con alcuni danzatori adulti professionisti, o un insieme di diverse generazioni… ma al momento siamo nell’ordine delle ipotesi e delle possibilità, appunto.

Vorrei incamminarmi a mani vuote, pronta ad accogliere e attraversare ciò che accadrà.

Potrei considerare questo progetto una ulteriore tappa del più ampio Col Corpo Capisco, contenitore che raccoglie lavori in cui la mia pratica pedagogica nutre e si traduce in nuove opere coreografiche.

– Sul corpo musicale –

Alcuni estratti dal libro Chiedi al tuo corpo – la ricerca di Adriana Borriello tra coreografia e pedagogia – testi di A. Borriello, A. D’Adamo, F.B. Vista, a cura di Ada D’Adamo, edizioni Ephemeria

Tra movimento e suono

Il mio lavoro sulla corporeità e l’organizzazione del movimento si fonda sull’esperienza della corrispondenza tra movimento e suono: entrambi sono spazio-tempo in atto, nel visibile e nell’invisibile; manifestazioni diverse di una stessa sostanza, l’energia vitale che tutto anima e co-ordina.

La danza e la musica, in quanto movimento e suono organizzati, ne costituiscono l’esercizio deprivato di finalità funzionali e “utilità”. Pertanto esse sono organizzazione dello spazio-tempo fine a se stessa. La danza esplicita e pone in primo piano gli aspetti del visibile (percepiti come spazio), la musica quelli dell’invisibile (percepiti come tempo).

La danza è spazio-tempo che si “vede”; la musica spazio-tempo che si “ascolta”.

La loro unica funzione risiede nell’esercizio dell’atto in sé che, estraniato dal suo contesto funzionale e causale, riflette su se stesso “sentendosi” mentre accade. In un certo senso, la danza e la musica, sono la dimensione speculativa dell’agire, il riflettere attraverso e dentro il linguaggio del movimento e del suono.

Una danza è un pensiero motorio, un pensiero del corpo che esprime l’essere tutto, nel corpo. Una musica è un pensiero sonoro, che dall’essere protende e si propaga materializzandosi nell’invisibile.

Il corpo musicale – (il corpo nello spazio-tempo)

Identifica il livello organizzativo del movimento, il suo essere, nella danza, organizzazione spazio-temporale percepibile come musica che s’incorpora e si “vede”.

Guarda dunque ai suoi aspetti relazionali, ai loro modi combinatori, agli effetti dinamico-energetici ed espressivo-drammaturgici delle combinazioni.

Il lavoro sul corpo musicale si origina nel principio d’identità tra movimento e suono, ne esplora ed esplicita innanzitutto le correlazioni tra i parametri, comparandoli e intersecandoli attraverso la pratica.

Tale comparazione genera un vocabolario che attinge alla terminologia di entrambi gli ambiti, del movimento e del suono. Esso costituisce la “lingua” condivisa tra i componenti del gruppo di lavoro per trasmettere e identificare le consegne e gli oggetti di studio delle pratiche, per descrivere le impressioni registrate nelle attività di osservazione, per comunicare durante le fasi di progettazione, verifica ed elaborazione delle esperienze d’improvvisazione e composizione.

Il lavoro dunque, procedendo, coniuga l’indagine sull’organizzazione del movimento in quanto linguaggio, con l’assimilazione di una lingua per descriverlo, dove il primo, esperito ed esaminato nei suoi vari livelli organizzativi e nel suo essere “musica che si vede”, genera il secondo che si va costruendo lungo la via.

Il lavoro sul corpo musicale raccoglie le pratiche sulla “sintassi” del movimento che articola il “discorso corporeo” secondo combinazioni spazio-temporali fini a se stesse o rispondenti a scopi espressivi.